Sulle orme di San Nicolao della Flüe
Impressioni di viaggio di due partecipanti al Pellegrinaggio al Flueli-Ranft organizzato dalla Parrocchia di Prada il 28-29 ottobre in occasione dei 600 anni della nascita di Bruder Klaus
Un bel numero di Poschiavini, in rappresentanza di quasi tutte le parrocchie della Valle, sabato 28 e domenica 29 ottobre, si è messo in viaggio alla volta di un luogo suggestivo e particolare al centro della Svizzera, luogo carico di memorie riguardanti la vita del patrono della nostra Patria. Oggi molti si chiedono: “Ma chi è o chi è stato Fratello Nicolao?” – così lo chiamavano i suoi conterranei nel XV secolo. Si può dire che fu un uomo del popolo, nato nel 1417 a Flüeli, contadino, sposo, padre di 10 figli, soldato, giudice, politico; mediatore e pacificatore. Ma soprattutto fu uomo di fede e di pace. Un personaggio per tanti versi misterioso ed enigmatico, in quanto mistico ed eremita.
Impressiona enormemente il suo eremo nella gola del Ranft, formato da due piccoli locali senza nessun mobilio, con una panca come letto e un sasso come cuscino, costruito dai suoi conoscenti sei secoli fa, attiguo a una cappella. In questo eremo Fratello Nicolao ha vissuto per vent’anni pregando, digiunando e meditando. Nella gola del Ranft in quel periodo sono venuti a cercarlo e a visitarlo tante persone, provenienti anche dagli stati confinanti con la Svizzera. Persone di tutti i ceti sociali che si rivolgevano a lui, riconosciuto uomo di pace ispirato da Dio, per ricevere consiglio e aiuto nelle varie situazioni e difficoltà della vita. Nei luoghi dove ha vissuto e operato San Nicolao della Flüe, durante quest’anno commemorativo sono stati affissi o sventolano tuttora manifesti con la scritta PIÙ FLÜELI-RANFT. Un invito rivolto a tutti a interessarsi e ispirarsi a lui, al suo esempio e alle sue opere, per conoscerlo meglio, così come l’hanno conosciuto e invocato le generazioni del passato, cattoliche e protestanti, in più occasioni e in particolare durante i due conflitti mondiali del secolo scorso. Un contributo fondamentale, citato dai libri di storia, Nicolao della Flüe l’ha dato alla Dieta di Stans del 1481, riportando l’accordo tra i rappresentanti dei cantoni di campagna e di città che, seguendo il suo consiglio, riuscirono a siglare una convenzione e rimanere uniti, permettendo così alla Svizzera di diventare quella che è oggi.
Un partecipante al pellegrinaggio
Tra le tante notizie preoccupanti che leggiamo quotidianamente capita, ogni tanto, di trovarne una in controcorrente; senza dubbio ci rallegra e ci infonde speranza, ma dobbiamo ammettere che anche ci stupisce, quasi fosse cosa fuori del normale. E invece fanno tanto bene le notizie positive, così come è stato per l’esperienza che mi accingo a narrare: un pellegrinaggio, quello della Parrocchia di Prada, ottimamente organizzato, religioso al punto giusto, condito da fede profonda, ma anche da tanta allegria, da rispetto reciproco e da spirito di famiglia. Mi ha ricordato uscite della parrocchia dove ho vissuto di tanti anni fa, quando davvero la comunità era una famiglia allargata, in cui ognuno si sentiva responsabile anche per l’altro, il forte sosteneva il debole, il grande guidava il piccolo … Un esempio, insomma, di vera vita cristiana!
La meta principale – il Flüeli-Ranft tornato giustamente sotto i riflettori per i festeggiamenti dei 600 anni dalla nascita di San Nicolao, patrono della Svizzera – è stata raggiunta con un comodissimo pullman; i quarantaquattro partecipanti hanno potuto godere di un paesaggio da fiaba attraversando buona parte del nostro paese, con un cielo terso e un autunno che, pazzamente, aveva sparpagliato colori meravigliosi un po’ dappertutto. Alla guida c’era un giovane convalligiano, pacato, sicuro, altamente professionale; nemmeno la curva più stretta ci ha procurato un attimo di timore o di malessere!
Giunti sul posto, una verdissima conca adagiata fra le colline di Obwalden, ci siamo sistemati in un accogliente albergo dove, al posto del televisore, abbiamo trovato un cannocchiale e un invito ad uscire sul balcone e a guardarci in giro … Una gentile guida ci ha poi accompagnato nella visita ai siti che ricordano il santo patrono: la casa natale e la casa da lui costruita per viverci con la famiglia, entrambe ottimamente conservate. La famiglia dei von Flüe doveva essere abbastanza agiata, aveva acquistato parecchia terra, con al centro un promontorio roccioso da cui trae origine il nome “von Flüe” e su cui ora sorge la parrocchiale di Flüeli. Da quel punto si gode una vista stupenda sulle colline, sul lago di Sarnen, sui monti che fanno corona in lontananza; l’abbiamo gustata, quella vista, sul tramonto, con un cielo striato di ogni sfumatura di rosa, un’atmosfera che faceva pensare con gratitudine al Creatore. Tuttavia la visita più emozionante è stata quella alla gola del Ranft, dove San Nicolao ha vissuto per una ventina di anni, nutrendosi unicamente dell’Eucaristia, tutto dedito alla meditazione, alla preghiera, intermediario tra terra e cielo, ma anche disponibile nei confronti dei tanti visitatori che andavano da lui per consiglio e per conforto. La gola è proprio quale la definisce il termine, una strettoia tra due pendii, un fiumiciattolo sul fondo, ora con un paio di costruzioni, ma all’epoca totalmente disabitata. San Nicolao ha vissuto il suo primo anno nella gola in un riparo di fortuna; in seguito i suoi concittadini gli hanno costruito una cella con attigua una piccola cappella, ambedue tuttora esistenti e visitabili. Solo un amore indescrivibile, un desiderio immenso di essere UNO con il suo Salvatore ha potuto indurre l’eremita ad una vita tanto spartana, tanto segregata, in un sito così inospitale. Di quell’amore noi abbiamo potuto intuirne, indovinarne un barlume durante la S. Messa celebrata, dal nostro accompagnatore don Davide, proprio in quella gola!
L’indomani abbiamo visitato la chiesa parrocchiale di Sachseln, dove si trova la tomba del Santo, il suo saio originale e il suo “libro”, cioè la tavola, la cosiddetta ruota di Fratel Nicolao. Dopo la S. Messa partenza in direzione di Einsiedeln, questa volta sotto un cielo plumbeo e una gelida pioggerellina, che però non hanno minimamente intaccato il buon umore, così come non l’hanno fatto le violente raffiche di vento e la grandine al momento del nostro arrivo all’abbazia. Impressionati dall’imponente mole della costruzione ultra-millenaria, abbiamo comunque vissuto un intenso momento di preghiera ai piedi della Madonna, ricordando parenti, amici vivi e defunti, nonché le necessità del nostro paese e del mondo intero. Abbiamo poi visitato la bella chiesa barocca, per metterci infine al riparo dalle intemperie in un accogliente ristorante.
Infine, rifocillati e riscaldati, abbiamo ripreso la via del ritorno, sempre sotto la pioggia, accolti però sul Bernina da un cielo stellato e da un ammiccante spicchio di luna!
Grazie, Parrocchia di Prada! E’ stato davvero bello mettersi con voi in cammino, pregare, interrogarsi, lasciarsi guidare dallo spirito in quest’esperienza comunitaria!
Una partecipante al pellegrinaggio